Grazie a tutti.
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Grazie a tutti.
Un vecchio film diceva "la felicità è reale solo se condivisa" abbastanza fondamentale considerato che il protagonista muore solo come un cane alla ricerca di una libertà estrema e poi insomma in punto di morte dopo essersi avvelenato per aver mangiato della roba trovata
nella natura dalla dubbia provenienza riesce a capire negli ultimi momenti di vita che quella scelta di estrema solitudine seppur stimabile seppur idealizzata da molti da sé in primis gli era costato ciò che di più caro c'è nella vita forse per questo motivo
Quando qualcosa di bello ci accade, quando qualcosa ci colpisce abbiamo voglia di dirlo a tutti. Ma questo è molto pericoloso. Immaginate se adesso di punto in bianco diventate ricchi sfondati. Così magari può essere per un motivo meritocratico come...
una giusta intuizione lavorativa o una botta di culo, un grattevinci e andate in giro a dire a chiunque che sei diventato ricco, che sei preso dall'entusiasmo che reazione puoi ottenere considerando l'egocentrismo in cui viviamo che il povero magari un attimo è anche contento per te ma poi insomma ci pensa e dice cazzo perché a lui e non a me
il ricco magari si mette a competizione perché dice ah ok adesso anche lui è mio beneficio a me non mi va bene lo devo eliminare oppure quando magari uno si innamora è là è anche complesso perché c'è chi magari è stato appena deluso dall'amore c'è chi lo sta vivendo con i suoi aspetti positivi e i suoi aspetti negativi quindi magari c'è anche da dire la sua
c'è chi si nasconde dietro il consiglio del buon amico magari invece si sta rivolgendo in primis a se stesso un qualcosa di complesso e c'è chi invece dà un'opinione giusta però insomma anche meno perché non è questo il momento in cui io l'ascolti in pratica portare un'emozione propositiva
E raccontarla a tutti, provare a celebrare la propria felicità non è possibile. Ma come? La felicità reale è solo se condivisa. Diciamo che bisogna essere bravi a portare con furbizia la propria euforia, la propria felicità nel mondo anche perché...
non c'è soggetto che meno viene voluto di quello che è assente di carisma di quello che si tiene le cose per sé magari tutto introverso cioè la lunga sono soggetti che potrebbero far fatica perché purtroppo uno quando vive il momento in cui è pieno di energia attrae
Questo è un fatto inequivocabile, quindi i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, quelli che ci sanno fare magari sempre più pieni, quelli che hanno più bisogno sempre più soli, i soli sempre più soli. C'è un contrasto, in pratica bisogna imparare a farsi i cazzi propri
a trasmettere le proprie energie e cercare di far beneficiare tutti quando siamo in hype e cercare di non appendersi agli altri quando siamo in down ma soprattutto il vero problema il vero motivo per cui è importante tenersi le cose per sé quindi cercare un po'
di darsi una risposta, magari chiedere consiglio a una persona fidata ma non mettersi al bando è perché poi le questioni della vita sono soggettive ciò che va bene a me non va bene a te, ciò che piace a me non piace a te e non è detto che se io e te abbiamo tante cose in comune magari poi funzionano le stesse cose purtroppo o per fortuna siamo tutti diversi
però siamo tutti facilmente influenzabili, quindi facilmente ci troviamo a confrontarci tra le cose della vita e ci troviamo a volte anche un po' illuminati da cose che dovrebbero spegnerci e spenti da cose che dovrebbero illuminarci. Una continua contraddizione. Anche perché, come diceva Alfredo, le parole sono pericolose.
Pericolose, una parola può avere tante conseguenze sia se detta se ricevuta quindi a volte vanno scelte con cautela. Nanni Moretti all'altra parte dice le parole sono importanti perché se noi andiamo a descrivere una cosa sempre in un certo modo dando un'accezione negativa quella cosa diventerà negativa ai nostri occhi.
Ovviamente è anche l'esatto contrario e quindi a quel punto rischiamo di idealizzare, creare castelli su cose o persone che non le meritano. Ne approfitto per leggervi una poesia che ho scritto qualche settimana fa, una domenica, visto che ho iniziato parlando della felicità condivisa andiamo all'esatto opposto, visto che questo episodio è molto contraddittorio, io lo sto totalmente improvvisando come improvviso tutto. Vi leggo questa.
era una domenica in cui mi sentivo molto vuoto molto molto giù dalla dalla tristezza
di quella domenica sentivo che era un momento che sarebbe durata qualche ora e l'ho vissuta molto intensamente proprio perché quella tristezza, quella solitudine in qualche modo mi doveva comunicare qualcosa. Allora ho fatto, io ci scrivo una poesia sopra, la esorcizzo un attimo e poi andiamo avanti con la vita. Dice, dolce rassicurante tristezza,
A te sento di riporre la speranza, la tua sanguinosa carezza, il mio senso di sicurezza, incolmabile distanza. Amatevi pure, ciechi disinvolti, cuori puri e ingenui, facce pulite, annegate nella stanchezza emotiva, bestie egoiste, tra punizioni e masochismo, vittime di voi stessi, carnefici di altri e viceversa.
Io, insomma, nello scrivere questa poesia ho sentito rabbia
che è emersa dalla tristezza compassione e tenerezza nei miei confronti in primis poi nei confronti di chi sta provando la mia stessa sensazione e poi a un certo punto dallo sgomento accettazione quasi andare a svilire ciò che mi stava ferendo e ora io mi sono fatto amico un foglio per arrivare mi sono fatti i cazzi miei in questo modo
Ma se avessi parlato con qualcuno proprio in quel momento, io dico sempre siete tristi, avete un problema, parlatene, è importante perché veramente aiuta, aiuta a elaborare, aiuta a capire, aiuta un attimo a far passare un attimo il momento, però se ci sentiamo al sicuro con questa e vogliamo approfondirla da soli,
allora è un altro conto a queste persone magari mi rivolgo in questi momenti perché ci sono persone molto fragili che invece hanno proprio bisogno di parlare con qualcuno e allora dico non annegarne l'abisso se già ci stai letteralmente affogando se la sabbia mobile è arrivata alla bocca non continuare a ingoiarla potresti soffocare però se magari uno a un certo punto ti ritrovi
immerso magari fai questo approfondimento consapevole che poi bisogna uscirne fuori perché giustamente in questi momenti quando magari hai bisogno di toccare il fondo se ti rivolgi a qualcuno che ti vuol bene che ti sa capire potrei finire per ridimensionare quello che provi e quando si cresce non si cresce più e vedete come è più facile da capire come meccanismo quando riguarda la tristezza dall'altra parte se cerchi un benessere
parli con qualcuno e magari ti sa sollevare con una parola poi ovviamente i problemi non si risolvono così però io ci credo nel fatto che esiste sempre una combinazione di parole per riuscire a migliorare lo stato d'animo di una persona in qualunque situazione si trovi per questo credo tanto nelle parole ed è l'opposto di dove siamo partiti ed è l'ennesima prova
di questa roba che volevo in qualche modo inculcare attraverso questo episodio cioè l'importanza del tenersi i fatti per sé quando la cosa è importante prima che poi la cosa venga liberata però a volte veramente possiamo fidarci solo di noi stessi e non perché gli altri sono stronzi o troppo buoni o non sono in grado di capire assolutamente no
ma proprio perché solo noi sappiamo fino in fondo chi siamo
L'usato senza il suo passato.