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C'è stato un prima e un dopo dentro me.
quando mi sono imbattuto nel Bowie di Brett Morgan sicuramente parliamo di uno dei documentari del genere migliori mai fatti proprio al mondo non c'è nulla da dire Bowie non era mai stato raccontato così bene e un documentario biografico non era mai stato così esplicito nel far centrare dentro
L'artista in questione e siccome Bowie è forse l'artista più complesso da raccontare non si può fare attraverso magari le sue opere, la sua musica e basta ma bisogna farlo attraverso anche la sua poetica che è venuta dai dipinti che ha fatto e che in vita non ha mai voluto mostrare, dai cortometraggi che girava per sé, dai...
da tutto quello che ha scritto e che poi è diventato magari anche un qualcosa che conosciamo bene però quello che voglio dire è che Bowie bisogna analizzarlo emotivamente
Mi sono segnato delle cose, dei pensieri che mi sono venuti e delle citazioni. La prima citazione sua del documentario che mi ha ucciso proprio, quando fa tutto un monologo sulla società, sulla vita e poi dice non me ne frega un cazzo se tutto finisce domani. Io ho iniziato un nuovo libro nella visione di questo documentario.
e che dopo una breve premessa fa proprio questa citazione di Bowie e poi inizia a sdoganare far capire proprio quanto che impatto che ha avuto su di me l'ho visto in tre giorni mezz'ora al giorno poi mi fermavo scrivevo poi me la rivedevo e poi ripartivo andavo avanti è stato studiato questo progetto
Il pensiero che mi è venuto nel vedere, comunque nel sentire questa frase che poi lui ha negato, anni dopo ha detto io ho detto quella frase lì, io non ci credo oggi.
Quindi abbiamo un primo Bowie che è completamente un personaggio di un film, praticamente, ma qualcosa di più. Abbiamo un primo Bowie che è puro istinto, dove non c'è troppa razionalità, fa quello che sente. Il primo Bowie è proprio l'essenza del genio.
Perché il genio è solo ed esclusivamente emozione, non ci puoi ragionare, devi solo osservarlo. Parliamo di un Bowie che si nutriva solo di latte e cocaina, è stato detto, chissà se è vero o se non è vero, però sicuramente si nutriva per lo più di latte, un Bowie magrissimo ma con uno stile... cioè, quando lui si vestiva da donna...
Era una donna, questo è il discorso, senza perdere poi quella virilità da uomo che si riconosce in un Bowie dai cinquantenne, vedi certi video suoi più recenti e dici ma com'è possibile che era questo, adesso è questo, è la grandezza dell'artista multiforme che si lascia completamente andare, che prende il suo corpo...
e lo rende manichino della sua anima un po' preda anche perché poi c'è tutto un mondo dietro anche di dolore che lui ti fa capire quando in un'intervista dice io ho una corazza contro l'amore ma come tu David Bowie una corazza contro che cosa vuol dire che non riesce a provare emozioni
così no si è descritto mi ha sconvolto ecco in quella fase Bowie esternava tutto quello che non poteva permettersi di vivere dentro e quindi la frase che mi è venuta a me in mente mentre vedevo questa parte ho pensato l'arte non è solo l'arte che fai ma è quella che hai il coraggio di comporre cioè il fatto che comunque tu sei dentro la tua arte e
in continuazione e hai il coraggio di farne ancora perché dopo la prima fase istintiva in cui tutto ha un senso in cui tu diventi una rock star il tuo immaginario in cui sei un mentore per una folla smisurata di ragazzi che stanno cercando un leader che sappia rappresentarli ecco quindi di conseguenza
Dopo quella fase lì hai ancora il coraggio di comporre arte perché poi diventa più doloroso il meccanismo, diventa più difficile, infatti Bowie cambierà, cambierà tante cose di lui, anche perché cambi tu, cambia il messaggio che vuoi trasmettere. Lui che veniva dall'Inghilterra, patria vuota di creatività, la chiamava, la chiamata.
dove si vive nel culto del rimpianto che cosa vuol dire il culto del rimpianto e non so se a voi vi è mai capitato comunque se siete di paese di provincia ci stanno sempre questi signori agli angoli dei bar
o comunque queste persone anziane che passeggiano e se hai modo di intrattenerti con loro ti cercheranno di dare un consiglio che può essere quello banalmente di mantenere gli studi, di non smettere o come può essere quello di giocarti la tua opportunità quando ne hai la possibilità oppure quello di...
stare un po' più tranquillo perché si può perdere tutto ci sono queste persone che comunque creano il culto del rimpianto e noi giovani abbiamo avuto una responsabilità immensa perché ci siamo trovati senza futuro e con praticamente il bisogno di muoverci per non essere schiacciati dal passato ecco Bowie mi dà questa sensazione anche se è stato giovane tanti anni prima di me
e quindi a un certo punto ti fermi lui disse pensavo di avere una certa emotività che di fatto non avevo e poi la scopre perché non l'aveva ancora scoperta da dove deriva tutto questo è chiaro dal fatto che i genitori di Bowie non mostravano alcun affetto tra di loro la situazione in casa Bowie era pesantissima e veramente non vado troppo a fondo perché ci sono troppe cose da dire
ma la nostra infanzia è costernata di traumi questa è l'unica cosa che si può dire nel bene e nel male c'è chi c'ha il divorzio c'è chi c'ha un lutto c'è chi c'ha i problemi di salute c'è chi c'ha la famiglia perfetta e lì proprio si va nel delirio c'è chi ha una famiglia tranquilla dove non si parla ognuno c'ha il suo trauma la verità è che
Perché spesso la persona che desidera tanto affetto è l'artista, non è nient'altro che una persona che prende il suo amore, l'artista è una persona che ha tanto amore dentro e non sa a chi darlo, allora lo dà a delle opere d'arte, a delle parole, a della musica, ma spesso chi ha bisogno di tanto non riesce a darne di affetto.
E quindi Bowie fa questa riflessione in cui ci fa capire che praticamente il problema è alla base, che poi comunque non è che noi vogliamo essere amati ma alla fine noi amiamo, riusciamo ad amare e quindi dice mi sono costruito una corazza contro l'amore.
E allora Bowie ha passato la sua vita a girare per scoprirsi, per capire, ha viaggiato, l'America, l'odiava, Los Angeles l'odiava diceva lui, ci vado perché la odio e poi la ama e poi va a Berlino, c'era bisogno di un cambiamento, c'era bisogno di ripulirsi un po', a Berlino c'è una mentalità diversa, le persone se sei una rockstar non ti rompono i coglioni per strada, anche se sei David Bowie, anche se poi fai un concerto insomma...
Non ci dimentichiamo la grandissima scena di noi ragazzi dello zoo di Berlino che altro non era che pura verità. Nel documentario ci sono questi ragazzi in fila che non riescono ad entrare, un'altra felicissima, gli ho baciato la mano. Era un dio Bowie a Berlino, era un dio in quel decennio. E poi è diventato uomo, si è fatto uomo, diventa se stesso senza smorzare nulla.
semplicemente capisce che è più importante per lui stesso uscire allo scoperto e quindi chi è David Bowie adesso? E lo vedi che è più felice, cambia la sua musica e nonostante non sia il suo periodo più costruttivo a livello emotivo, nonostante la qualità della sua musica possiamo dire che sia anche a bassa, sicuramente è meno interessante, però arriva il massimo successo, un classico.
Bowie vuole piacere alla gente è inutile fino a che non arriva nuovamente un altro cambio ancora non deve ritrovare ancora se stesso insomma è una cosa che non finisce mai ma il discorso è che lo scrittore non può scrivere se vive bene questa è un'altra perla che esce fuori un po' da questo documentario è un classico è una frase classica
ma viene mostrata in una sfumatura diversa che va approfondita non è tanto questo documentario quello che viene detto o non detto che comunque è da dieci all'ode ma è il modo in cui anche approfondisce i luoghi comuni di sempre
Quello che posso dire per concludere un episodio su un progetto che veramente mi ha toccato e su cui ho detto qualcosa ma dovrei dire tantissimo altro però morri vedermelo così adesso non me la sento perché è forte, mi ha sconvolto quindi lo voglio dosare, lo rivedrò a breve, non subito perché comunque devo preservarmi e lì si va molto sullo spirituale capite?
Si tocca tanto il concetto di vita, di morte eccetera e quindi per questo motivo voglio chiudere però dicendo che quello che colpisce è anche nei finali diciamo perché c'è il finale però diciamo tutta la fase finale dove è come se ci fosse una morale propositiva sulla vita.
Come se Bowie anima a un certo punto stanca, malata, dopo aver... non si parla mai della malattia, proprio dell'ultimissima fase sua, ma è l'ultima fase del documentario dove quest'anima dopo aver fuggito, dopo aver vissuto, dopo essere stato fermo, dopo aver conosciuto l'amore, perché cambia tutto quando si innamora finalmente, davvero, dopo chissà quanto sesso avrà fatto con quanta gente.
si innamora davvero e cambia tutto lì in qualche modo e questo documentario è come se lasciasse una morale finale come se l'anima di Bowie non si fosse estinta c'è, è da qualche parte e non potremo mai saperlo fino a che non toccherà il nostro momento di andare dov'è e quindi c'è una sorta di messaggio di speranza questo documentario a me non mi dà l'impressione
Del celebriamo Bowie che è finita. No, ma è celebriamo Bowie che non morirà mai, non solo per ciò che ha prodotto in terra, ma anche perché forse, magari non tutte le anime, chi lo sa, però per alcune c'è un continuo. Sicuramente per Bowie c'è. Questo è quello che ti dice, secondo me, il regista nel finale, mia interpretazione. E quindi...
Lascia speranza perché è veramente un documentario bellissimo che mostra immagini inedite, rarità pazzesche, che ti dà riflessioni crude, vere, che ti possono esaltare o buttare a terra, ma alla fine ti dà come una carezza. Forse è semplicemente la speranza umana.
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